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Inflazione e tassi di interesse: analisi aggiornata al 27 Maggio 2024

2 Comments

  • Ervino Vlach
    Posted 2 Giugno 2024 at 4:30

    Buongiorno.
    Ho letto con interesse il suo articolo che, pur in maniera schematica ma comunque chiara, fornisce interessanti spunti di riflessione.
    Mi riferisco in particolare alla sua valutazione a proposito della convenienza, dopo molto tempo, a detenere obbligazioni.
    In merito a questa sua opinione sarebbe di mio interesse sapere in quale misura rispetto al portafoglio complessivo anche magari alla luce di una scelta giustamente cautelativa.
    Mi rendo conto che, non essendo assolutamente al corrente circa le mie precedenti scelte a livello di investimenti, la sua risposta non potrà che essere forzatamente generica ma in ogni caso apprezzerei ugualmente la sua risposta.
    Grazie dell’attenzione.
    Distinti saluti.

    Ervino Vlach

    • Post Author
      enrico
      Posted 5 Giugno 2024 at 16:07

      La ringrazio per la Sua domanda, che mi permette di approfondire un argomento ancora più importante.

      Prima di formulare un’adeguata proposta di investimento, oltre ad inquadrare il contesto di mercato, occorre individuare il corretto profilo di rischio dell’investitore.
      Ciò avviene attraverso la profilatura dei clienti come disposto dalla normativa conosciuta come MIFID 2.
      Dalle parole utilizzate nel Suo commento percepisco ed ipotizzo che si tratti di una profilatura conservativa e “cautelativa” come da Lei indicato.

      A prescindere da quanto effettivamente il mercato del credito sia meno rischioso in relazione all’equity, osservando il mercato delle obbligazioni si può notare come negli ultimi 12/18 mesi si siano create le condizioni per poter costruire dei portafogli con una duration significativamente corta (4,27 anni) e un “Yield to Maturity” interessante (circa 5% medio annuo lordo).
      Ciò significherebbe neutralizzare una importante parte di perdita di valore che il nostro patrimonio subisce nel tempo a causa dell’inflazione.

      Quindi, per tornare alla Sua preziosa domanda, a condizioni attuali e con la prospettiva di un futuro non troppo lontano di tassi in calo (e quindi di un innalzamento delle quotazioni del mercato obbligazionario) la percentuale di obbligazionario che si potrebbe inserire nel portafoglio è sicuramente superiore al 55%, sempre a patto che si tratti di una componente opportunamente diversificata ed accompagnata da una corretta quota di cash (per affrontare le necessità e gli imprevisti) ed una di equity, a tutela della difesa del potere d’acquisto nel lungo periodo.

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